45 - il ragazzo dello yo-yo contro il sistema

yoyoguy il ragazzo dello yo-yo

Taglia: Senza etichetta, credo L o XL

Storia: No, non sto parlando di Ettore, di lui parleremo in un prossimo futuro quando mi capiterà la sua maglietta, oggi vi parlo del fatto di credere in quello che si fa e di inseguire i sogni.
La maglietta in se viene da uno di quei nazionali di yo-yo a cui ancora partecipavo perché erano come delle feste in famiglia: si stava insieme per 2 o 3 giorni, si faceva la gara (nel mio caso praticamente senza sempre prepararmi) perché c'erano poche persone quindi si doveva gareggiare (da cui l'assurda regola non scritta che ancor oggi spaventa tutti quelli che vorrebbero venire: "è il primo anno che vieni ai nazionali quindi devi salire sul palco").
Come premio un anno appunto vinsi questa maglia (diciamo che obbligai i giudici a stabilire che qualunque fosse stata la mia posizione in classifica, quello sarebbe stato il mio premio). Il motivo suppongo sia chiaro, mi piaceva e mi piace tutt'ora la maglia che è chiaramente ispirata alle maglie della Guinness come quella di qualche giorno fa.
Ma la storia è un altra: un giorno il mio amico Ing. Taso, a cui avevo prestato/regalato uno yo-yo viene da me e mi dice "sai che potremmo fare uno yo-yo noi?" quello era il mio periodo in cui alla maggior parte delle richieste rispondevo non "sì" o "no" ma "perché no?" che poi diventava "perché faccio una cosa? perché posso farla!" (in inglese suona un sacco meglio lo so).
Comunque ci imbarchiamo nell'avventura "mi faccio da solo il mio yo-yo" e per farla breve dal 2004 in poi abbiamo prodotto 3 modelli e mezzo, non si parla di numeri altissimi chiaramente, qualche centinaio di pezzi fatti in alluminio, passando i sabati mattina in una officina meccanica, ed erano e sono ancora oggi spettacolari.
Tanto che Greg, il proprietario di yoyoguy ed organizzatore dei mondiali di yo-yo mi ha contattato per poterne comprare un po' e metterli in vendita in America e dopo averle provate tutte (compreso un piccolo ricatto sul sistema di ritorno che però non ha funzionato) ha dovuto prenderli al prezzo che dicevamo noi anche perché i suoi concorrenti li stavano comprando e lui sarebbe stato l'unico senza.
Alla fine non ci sono diventato ricco sia chiaro ma mi ci sono pagato le vacanze per qualche anno e direi che non è un cattivo risultato.
Ancora oggi i nostri yo-yo sono apprezzati ed ultimamente un amico ha messo in vendita la sua collezione salvando solo pochi pezzi... tra cui uno dei nostri. Sono soddisfazioni.

ps i nostri yo-yo sono esposti insieme a tanti altri in una loro bacheca al museo dello yo-yo, se passate per Chico, in California passate a salutarceli.

La tengo o non la tengo?: la tengo, perché sognare è importante.

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